ROVATO. A LOMBARDIACARNE due giorni scanditi da cultura,
convegni e concorsi per i migliori capi Zootecnia, qualità in vetrina Mantelli: «La fettina bresciana è doc come il
vino di Franciacorta»
di Giancarlo Chiari
Un appuntamento che affonda le radici nel passato ma che guarda dritto al
futuro per consolidare il ruolo leader della zootecnica bresciana. La
115ª edizione di LOMBARDIACARNE, la maggiore rassegna
zootecnica del nord Italia, che aprirà i battenti il 27 marzo nel foro
Boario di Rovato, arriva in un momento cruciale per il comparto. Da pochi
giorni è entrata in vigore la legge che impone l'etichetta sulle carni,
idea che a Rovato trovò applicazione più di un quarto di secolo fa.
A presentare la manifestazione che trasforma Rovato nella capitale della
zootecnica da CARNE, il sindaco Andrea Cottinelli, l'assessore al
commercio Eligio Costanzi, gli assessori provinciali Enzo Cossu e
Gianpaolo Mantelli, Mario Bertola, responsabile del distretto veterinario
di zona, Carlo Invernizzi, direttore del settore agricoltura direttore del
consorzio Carni bovine scelte e Lorenzo Gussago, direttore del consorzio
carni bovine scelte della Coldiretti.
Quest’anno LOMBARDIACARNE, allarga la prospettiva
portando in fiera con gli allevatori quanti operano sulla filiera, dai
macellai ai cuochi, senza trascurare la cultura che prende sempre più
spesso in considerazione la cucina e la sua tradizione. Tante le novità
annunciate: il ritorno in fiera di polli e conigli, la preparazione del
salame dal vivo da parte dei primi norcini diplomati, lo sviluppo di spazi
per formaggi e vini, degustazioni di salumi, stand enogastronomici,
degustazioni di manzo all'olio accompagnate da proposte culturali sul tema
come la ricerca «Uomini, tempi e luoghi: il mercato di Rovato» curata
dall'istituto superiore rovatese «Gigli», l'estemporanea di pittura sul
mercato di Rovato (primo premio mille euro) e «Non solo romanzi»
esposizione della biblioteca Cesare Cantù che presenta materiale librario
e bibliografia sul tema.
Il dibattito del sabato sera sulla Pac consentirà di fare il punto sulla
legislazione europea decisiva per lo sviluppo del settore nel momento in
cui si allargano i confini. Il confronto per aggiudicarsi il trofeo di LOMBARDIA
come di consueto si concentrerà nella giornata di domenica. Importante
non solo per lo spettacolo - quest'anno tra ovini equini e bovini ci sono
già oltre 1.100 capi iscritti quando tutti i capi - il confronto
proporrà agli operatori un panorama zootecnico tra i più completi
mettendo a confronto le razze che trovano maggior impiego per la
produzione di carni rosse.
In questa chiave acquista particolare importanza il discorso
sull'etichettatura. La carta d’identità che certifica il percorso della
fettina dal produttore al banco di vendita, che ha giocato un ruolo
fondamentale nel recupero di quote mercato seguito alla crisi Bse, è
stata l'occasione per analizzare l’impegno della filiera bresciana sul
piano della certificazione di qualità. Il punto è stato oggetto di un
interessante approfondimento dialettico fra Gianpaolo Mantelli, assessore
provinciale all'agricoltura, e Lorenzo Gussago, direttore del consorzio
Carni bovine scelte che ha messo in luce il ruolo di leader nazionale
della nostra provincia.
Mentre altrove l'etichettatura delle carni è la conseguenza di una
disposizione legislativa, nella nostra provincia Adicarni, ha già messo
sul mercato fettine alle indicazioni, prescritte dalla legge, che
permettono di ricostruirne il percorso, da lla nascita del vitello al
taglio e distribuzione della CARNE, affiancano il marchio
dell'allevamento, «Come avviene per i vini di Franciacorta - ha rimarcato
Mantelli -, prodotti tutti con lo stesso disciplinare ma con etichette che
individuano la cantina e che permettono al consumatore una scelta precisa.
Il marchio sulla CARNE risponde all'esigenza degli allevatori di
gestire la fase commerciale e consente ai consumatori una scelta di
qualità, proprio come avviene con i vini».
La manifestazione avrà come prologo il gustoso concorso sul salame più
buono, poi domenica 28 la giornata di punta con l’elezione del migliori
capi della rassegna.
25
MARZO 2004
Qualità e sicurezza dei prodotti fanno da sfondo all’edizione numero
115 LOMBARDIACARNE al via Dal 27 al 29 marzo al centro fiera di Rovato
Come vuole la
tradizione, due domeniche prima di Pasqua si tiene a Rovato la
ultracentenaria fiera del Bue grasso, diventata da un decennio "LOMBARDIACARNE", la più importante rassegna nazionale del bovino da CARNE,
in programma dal 27 al 29 marzo. All’inaugurazione ufficiale, fissata
per domenica alle 9.30, interverranno il sindaco di Rovato Andrea
Cottinelli, l’assessore alle Attività Produttive Eligio Costanzi,
l’assessore provinciale all’Agricoltura Gianpaolo Mantelli,
l’assessore regionale Mario Scotti, il vice presidente della Regione LOMBARDIA
Viviana Beccalossi. Ma la fiera numero 115 parte sabato, con una serie di
eventi che è riduttivo definire di contorno. Da oltre un secolo, uno
degli avvenimenti più attesi a Rovato, un appuntamento con la qualità e
la sicurezza della CARNE bovina che ha saputo resistere alla crisi
del settore zootecnico degli scorsi anni. "LOMBARDIACARNE",
che si è continuamente rinnovata puntando su alti livelli di qualità nel
settore alimentare, riserva il sabato al salame, un prodotto in cui è
essenziale la qualità delle carni, che nel pomeriggio ritorna con la nona
edizione del concorso denominato "El salam piö bu de la Franciacorta",
affidato ad una giuria di esperti, i norcini, freschi di diploma del corso
presso il distretto veterinario e il macello comunale di Rovato, con gli
insegnati di questo primo corso che ha riscosso un incredibile successo.
"LOMBARDIACARNE" parte al mattino con la
tradizionale mostra Mercato di macchine e attrezzature agricole che
saranno accompagnate dagli espositori di specialità agroalimetari e di
produttori di mangimi e oggetti legati all’allevamento. La gara del
salame inizia alle 14. Si comincia con la consegna dei salami partecipanti
alla gara fino alle 15, poi dalle 16 alle 18 la commissione giudicatrice,
composta da insegnanti e allievi del corso di norcini, valuterà e premierà
"El salam piö bù", che sarà festeggiato con un taglio e un
assaggio accompagnato da vini di Franciacorta.
La sala conferenze del Foro Boario propone una serata, alle 20.30, con un
convegno importante su "La nuova politica agricola (Pac) e la sua
applicazione", organizzato dalla Federazione Provinciale Coltivatori
Diretti di Brescia, cui interverranno come relatori Mauro Belloli,
responsabile del dipartimento economico della Coldiretti, Irnerio Guerini,
responsabile tecnico della C.a.a Coldiretti, il dottor Stefano Neè,
responsabile seminativi della C.a.a Coldiretti e Lorenzo Gussago,
direttore del Consorzio Carni Bovine Scelte. Al convegno seguirà il
tradizionale rinfresco a base di porchetta e vini rovatesi. Domenica sarà
il momento top della manifestazione, con le giurie chiamate a giudicare
oltre mille capi bovini per scegliere il campione di "LOMBARDIACARNE".
L’edizione 2004, seconda dell’Amministrazione Cottinelli, ha richiesto
uno sforzo organizzativo non indifferente: «Abbiamo dovuto adeguare -
spiega Costanzi, assessore alle Attività Produttive - lo spazio
espositivo alle nuove norme regionali che hanno reso obbligatori un
servizio di pronto soccorso, uno sportello bancario e un’agenzia viaggi.
Tutte le strutture sono state adeguate alla legge 626 in materia di
sicurezza, dotando le zone di passaggio del pubblico tra i recinti di
animali di ulteriori transenne e in ossequio alla stessa legge ci saranno
espositori di animali e prodotti connessi, che giungono da fuori Italia o
da da almeno sei regioni italiane. Abbiamo ampliato la tensostruttura
allungandola di 20 metri per accogliere essa gli stand dei produttori di
prodotti agro - alimentari che faranno degustare ai visitatori le loro
specialità mantenendo un monte premi per gli allevatori di quasi 12 mila
euro». Testi a cura di Giancarlo Chiari
25 MARZO 2004
Anche quest’anno
allestirà uno stand con libri specifici Biblioteca, presenza fissa Un contributo importante alla manifestazione
La Biblioteca Cesare Cantù di Rovato sarà presente anche quest’anno a
"LOMBARDIACARNE", portando un contributo
importante anche se meno vistoso degli animali in esposizione. In fiera la
Biblioteca presenta "Non solo Ro...Manzi", un’esposizione di
testi, bibliografie e quanto serve per un approfondimento scientifico,
critico e storico della zootecnia che in un mercato globalizzato e in
continuo rinnovamento sono condizioni indispensabili di sviluppo. Se un
tempo le tecniche di allevamento si tramandavano da padre in figlio, senza
sostanziali cambiamenti per decenni, ora i cambiamenti, in particolare
quelli che regolano il trattamento, il trasporto e il commercio delle
carni, sono la condizione normale di operatività. L’inserimento
dell’agricoltura italiana nel quadro europeo pone come condizione di
sopravvivenza la conoscenza di tecniche e di leggi e il libro diventa
necessario quanto, e a volte più, della stessa esperienza. Conoscere in
modo serio la legislazione evita problemi come le quote latte che si
trascinano anni e rischiano di mandare in crisi chi ignorando le regole
pensa in questo modo di poterle evadere.
La biblioteca rovatese, muovendosi con grande attenzione ai suoi possibili
utenti ha scelto la strada di portare in fiera i libri, proponendoli ad un
mondo che fino a pochi anni fa li evitava affidando solo ai veterinari il
compito di documentarsi. Lo sforzo della biblioteca che lo scorso anno ha
distribuito una bibliografia approfondita è importante anche perché
sviluppa una relazione significativa con l’economia del suo territorio.
Le statistiche di questo servizio illustrate sull’ultimo numero del
Leone, il foglio dell’amministrazione comunale di Rovato, presentano un
incremento continuo e costante dei prestiti librari che fanno della
biblioteca comunale un esempio per tutto il circuito bibliotecario
bresciano. La biblioteca intitolata ad uno dei più importante storici
italiani, Cesare Cantù, è riuscita in questi anni a trasformarsi da
luogo di conservazione dei libri in un laboratorio che promuove la lettura
e l’innovazione. Le cifre totali dei prestiti a domicilio 2003 ne sono
la prova: nel corso dei dodici mesi i prestiti sono stati 18.073, con una
media mensile di 1.500 volumi, che sommandosi ai prestiti
interbibliotecari hanno raggiunto un totale complessivo di 19.323
prestiti. I lettori si orientano in prevalenza sulla narrativa, 79% per i
ragazzi e 41% per gli adulti, ma la saggistica sta guadagnando terreno con
1019 prestiti di storia dell’arte, 908 di testi storici e 688 di scienze
sociali. Sono queste ultime cifre forse le più importanti, essendo di
solito le categorie meno richieste dagli utenti delle biblioteche.
Professionisti, tecnici di settore in genere, ricercatori, studiosi
preferiscono acquistare questo genere di libri, anche se di costo elevato,
perché pensano di non trovarli nelle biblioteche, e, la mancata richiesta
di questi prestiti non aiuta certo ad inserirli nel paniere degli
acquisti. La biblioteca rovatese fa registrare anche aumento costante di
consultazioni in sede, 4.101 nel 2003, e un sensibile aumento di
frequentatori, 14.461, attratti da una grande varietà di quotidiani e
riviste consultabili ogni giorno. Altro dato curioso, ma non troppo, anche
se di grande interesse è il sorpasso delle lettrici nei confronti dei
lettori, la Cesare Cantù assegna a loro il primato: tra i frequentatori
della biblioteca il 62 percento appartiene al gentil sesso, e lo stesso
avviene con i prestiti chiesti in maggioranza da donne.
25 MARZO 2004
Più di cento pagine dedicate alle ricchezze del
territorio, culinarie e non solo «Non solo Ro...Manzi» La bibliografia tematica alla seconda edizione
La biblioteca Cesare Cantù di Rovato rinnova il suo contributo alla
115esima edizione di "LOMBARDIACARNE",
manifestazione tradizionale profondamente legata alla storia e
all’economia della città presentando la seconda edizione di una
bibliografia tematica "Non solo Ro… Manzi" unica nel suo
genere nella nostra provincia.
Lo staff delle biblioteca ha raccolto nella bibliografia, che sarà
disponibile presso lo stand in fiera a partire da sabato, tutti i titoli
presenti nel catalogo delle Province di Brescia, Cremona e Crema, e
individuati con una ricerca paziente e attenta nel catalogo in linea (Opac)
del sistema bibliotecario della provincia di Brescia. La bibliografia,
aggiornata all’inizio del 2004, propone più di 100 titoli suddivisi per
aree tematiche con le indicazioni fondamentali per consentire al lettore
di farsi una prima idea del libro, valutando se il contenuto possa o meno
interessarlo.
La prima area non poteva che essere legata alla zootecnica, con una
selezione di libri in chiave spiccatamente tecnica su allevamento, razze
animali, scienze agricole. Il secondo settore si occupa di valorizzare le
carni rosse attraverso una selezione di titoli sulla cucina con
un’attenzione particolare alla tradizione bresciana e le ricette con cui
prepararle.
La terza categoria offre un quadro significativo delle pubblicazioni su
Rovato e sulla Franciacorta, nota da secoli per il vino e le sue bellezze.
La bibliografia si sofferma sulle sue tradizioni e sui numerosi siti di
interesse storico e artistico. Tra i libri inseriti "Rovato e il suo
mercato: una lunga storia di tradizioni e di specializzazione", opera
di Tarcisio Bertoni, Gianluigi Goi e Ottorino Milesi, che percorre la
storia della manifestazione.
La quarta categoria, "Il mercato per i bambini", propone una
raccolta di libri in cui la fiera è vista con gli occhi dei più piccoli.
Ogni area monografica fornisce le indicazioni indispensabili per la
consultazione di opere, spesso introvabili, rendendo un notevole servizio
a ricercatori e tecnici del settore: gli indici realizzati secondo le
regole standard della catalogazione, suddivisi per argomento, riportano i
titoli in ordine alfabetico, e sono accompagnata dalla segnalazione,
fondamentale della reperibilità presso la biblioteca o il sistema
bibliotecario. Non tutti i libri in elenco, infatti sono tutti disponibili
presso la biblioteca di Rovato, alcuni, per molti motivi, (ad esempio la
scarsa tiratura al momento delle stampa), sono disponibili in altre
biblioteche ma tuttavia possono essere presi a prestito dagli utenti con
il servizio di prestito interbibliotecario.
La bibliografia si potrà avere presso la stand allestito all’interno
della fiera dalla biblioteca Cesare Cantù il cui personale allestirà,
nei tre giorni di "LOMBARDIACARNE", spazi per
esporre una ventina dei volumi citati. Giancarlo Chiari
25 MARZO 2004
Il salame regna
sovrano
Tra le molte novità dell’edizione 115 di "LOMBARDIACARNE",
un posto speciale avrà il salame, presente da alcuni anni alla
manifestazione con il concorso "El salam piö bu de la Franciacürta",
come prodotto tradizionale tipico locale. La fiera farà del salame la
stella del sabato affiancando al concorso e un’esibizione sulla
preparazione del famoso salame di Monte Isola, prodotto tipico del lago
che ha conquistato il palato dei buongustai diventando uno dei prodotti di
punta del Salumificio di Franciacorta. La preparazione del salame sarà
affidata ai primi norcini diplomati delle nostra provincia, che sono gli
attori di uno spettacolo condotto nel pieno rispetto delle regole
sanitarie a tutela della tradizione e della salute alimentare. Il
concorso, che inizia alle 15, termine ultimo per la consegna del salame,
si concluderà alle 18 quando la giuria composta dai norcini e dagli
insegna insegnati che hanno insegnato nel primo corso proclamerà i
vincitori. La fiera diventerà in questo modo un palcoscenico ideale per i
norcini usciti dal primo e finora unico corso realizzato in collaborazione
da Asl, assessorato all’Agricoltura della Provincia di Brescia,
distretto veterinario e Comune di Rovato. In occasione della consegna dei
diplomi due settimane fa, il direttore generale dell’Asl di Brescia
Carmelo Scarcella ha sottolineato l’importanza «di tecniche e procedure
per la lavorazione del prodotto, sia sul piano della sanità degli
alimenti, per cui questa iniziativa è stata partorita dall’Asl, in
accordo con la regione LOMBARDIA, che su quello delle difesa di un
prodotto tipico che ha permesso di raccogliere il consenso di tutti gli
altri soggetti pubblici, provincia, comunità montana, amministrazione
comunale di Rovato che lo hanno messo in cantiere e finanziato»,
aggiungendo che un corso di questo genere, condotto sotto il diretto
controllo dei veterinari del distretto e con i maggiori esperti del
settore, è la miglior garanzia non solo per la continuazione di una
tradizione ma anche per la salute di chi gusta questo prodotto. In
occasione della presentazione di "LOMBARDIACARNE"
l’Amministrazione di Rovato, e l’assessore all’Agricoltura della
Brescia hanno assicurato che il corso sarà ripetuto a settembre con lo
stesso staff. Che sia stato un corso di grande richiamo lo prova il fatto
che al distretto veterinario di Rovato sono già arrivate un gran numero
di richieste, più del doppio del primo corso. Rovato, già capitale delle
carni rosse si avvia a diventare la capitale del salame ospitando
nell’unico macello comunale funzionante dell’ovest bresciano quella
che in qualche modo può considerarsi la facoltà bresciana del salame e
della lavorazione della CARNE suina. Comprensibile perciò
l’orgoglio dell’assessore rovatese Eligio Costanze e del sindaco
Andrea Cottinelli, che grazie ai norcini hanno potuto dare una nuova
occasione di crescita a "LOMBARDIACARNE", che
quest’anno dovrebbe mettersi definitivamente alle spalle le crisi
provocate da Bse, Afta e aviaria.
27 MARZO 2004
In apertura (dalle
10) la Mostra mercato di macchine e attrezzature agricole Rovato, capitale zootecnica Al via la 115ª edizione di «LOMBARDIACARNE»
Oggi apre i battenti LOMBARDIACARNE, due settimane prima
Pasqua come vuole la tradizione maturata nel corso degli ultimi
cinquant’anni, quando la fiera Rovato, cambiato il nome, ha retto alla
crisi che ha travolto la maggior parte delle esposizioni di questo genere
accentuando la sua specializzazione fino a diventare la più importante
rassegna di settore della provincia di Brescia, leader nazionale della
zootecnia.
L’edizione 115 presenta importanti miglioramenti della struttura
espositiva del Foro Boario. Sicuramente il più vistoso è il nuovo
ristorante posto all’area dell’area espositiva che offre un centinaio
di posti al coperto e alcune decine all’aperto. Riaperto dopo un
restauro durato oltre due anni, che lo ha completamente rinnovato, il
ristorante offre, come è ovvio, specialità a base di carni e della
cucina tradizionale, dalle grigliate e manzo all’olio. Accanto ci sarà
la tensostruttura, prolungata di venti metri rispetto allo scorso anno per
accogliere tutte le richieste di espositori di prodotti agricoli tipici, e
gli stand dei due consorzi bresciani che per primi hanno lanciato la CARNE
doc bresciana sviluppando una concorrenza che ha permesso agli allevatori
bresciani di essere all’avanguardia per la garanzia della qualità delle
carni. L’Amministrazione ha adeguato la fiera alle normative regionali,
dotandola per la sua durata di un posto di pronto soccorso, di uno
sportello bancario, e di un’agenzia viaggi. Oggi non ci saranno i
bovini, che arrivano domani, ma i motivi per una visita non mancano. LOMBARDIACARNE apre alle 10 con la tradizionale Mostra
Mercato di macchine e attrezzature agricole che consentono agli operatori
del settore zootecnico di conoscere le ultime novità di un’agricoltura
che richiede sempre più innovazione per svilupparsi. Accanto ci saranno
gli stand dei produttori di mangimi e oggetti legati all’attività della
campagna, dal rastrello alla sella, mentre nella tensostruttura apriranno
gli stand agroalimetari. Il pomeriggio offrirà lo spettacolo della
preparazione dal vivo del salame, messa in scena dai primi norcini
diplomati nel corso, il primo del genere in LOMBARDIA, tenuto dal
distretto veterinario presso il macello comunale di Rovato. La nona
edizione de "El salam piö bu de la Franciacörta" affiderà per
la prima volta il verdetto ad una giuria di specialisti formata dai nuovi
norcini e dai loro insegnanti. Gli assaggi dureranno un paio d’ore,
dalle 16 alle 18, quando sarà proclamato il vincitore festeggiato da un
assaggio accompagnato da vini di Franciacorta. In serata la sala
conferenze del Foro Boario propone alle 20.30 un convegno importante:
"La nuova politica agricola (Pac) e la sua applicazione",
organizzato dalla Federazione Provinciale Coltivatori Diretti di Brescia,
con relatori Mauro Belloli, responsabile del dipartimento economico della
Coldiretti, Irnerio Guerini, responsabile tecnico della C.A.A. Coldiretti,
Stefano Neè, responsabile seminativi della C.A.A. Coldiretti e Lorenzo
Gussago, direttore del Consorzio Carni Bovine Scelte, a cui seguirà un
rinfresco a base di prodotti tipici del territorio.
Domani i bovini arriveranno alle 5 del mattino. L’inaugurazione con il
sindaco di Rovato Andrea Cottinelli, l’assessore alle Attività
Produttive Eligio Costanzi, l’assessore provinciale all’Agricoltura
GianPaolo Mantelli, l’assessore provinciale Mario Scotti, il vice
presidente della Regione LOMBARDIA Viviana Beccalossi, è fissata
alla 9.30.Testi
a cura diGiancarlo
Chiari
27
MARZO 2004
Dopo la parentesi
bellica la rassegna riprende il suo corso consolidando le posizioni Quando si cercò di emulare Brescia Nel 1913, con un’esposizione senza precedenti,
la fiera guadagna terreno
L’arrivo della ferrovia e l’unità d’Italia portarono altro sviluppo
a LOMBARDIACARNE. Il Regno d’Italia fissò le prime
caratteristiche della fiera con disposizioni amministrative precise e da
allora si iniziarono a contare le edizioni. Nel 1868 si tiene la
"Fiera di bestiame, formaggio e merci di qualsiasi altro
genere", che si può considerare antenata di LOMBARDIACARNE
che era stata deliberata il 15 aprile del 1868 dal consiglio comunale con
il nome Fiera di Rovato. Spostata ad ottobre nel 1878, raddoppiò le
edizioni nel 1903, con una prima fiera a marzo e una seconda a settembre.
Nel settembre 1904 la grande partecipazione di allevatori e il numero dei
capi di bovini fecero di Rovato il centro della zootecnia nazionale, con
articoli, citazioni e visitatori. La manifestazione era tanto radicata che
nessuno pensò di contarne le edizioni, tanto più che sull’onda del
successo Rovato nel 1913 emulò Brescia con una grande esposizione
agricola industriale. Solo la guerra interruppe la fiera, che riprese
subito dopo e finalmente nel 1954 si decise, senza troppe ricerche di
archivio, di assegnare un numero ad ogni edizione. La manifestazione si
assestò e cambiò nome ma soprattutto rispecchiò situazioni e fasi
importanti dello sviluppo dell’allevamento riflettendone le crisi e le
tensioni sociali legate all’ingresso in Europa che imponeva nuove sfide
e regole. Nel 1974, un anno dopo aver assunto il nome di LOMBARDIACARNE,
la protesta degli agricoltori contro la politica agricola europea diede
vita a gravi incidenti, con scontri con le forze dell’ordine e arresti
di manifestanti. Superata quella bufera. LOMBARDIACARNE
ritornò ad essere un appuntamento fondamentale e Rovato aprì la stagione
delle carni di qualità che hanno portato all’etichetta europea delle
carni: nel 1988 a Rovato nasce il Consorzio allevatori della Franciacorta,
che si prefiggeva di difendere, tutelare, migliorare la produzione e la
commercializzazione del bovino. LOMBARDIA proseguì,
interrompendosi solo ai primi anni 90 per riprendere con maggior slancio e
scontrarsi con le ultime crisi, quote latte, Bse, Afta che hanno segnato
profondamente la zootecnia nazionale provocando una contrazione dei
consumi che solo ora è stata superata.
SABATO
27 MARZO
Il paese sarebbe
stato sede di un fiorente mercato di bestiame fin dall’antichità In origine fu «Bue grasso» Viaggio nei retroscena storici della
manifestazione
Un migliaio di bovini che domani, alle 5 del mattino, arriveranno da sei
Regioni - anche se la più rappresentata sarà la provincia di Brescia,
che detiene da anni il primato nell’allevamento di bovini - si
contenderanno i 12 mila euro di premi in palio di LOMBARDIACARNE,
offrendo una visuale importante sulla situazione di mercato alla vigilia
dell’ingresso in Europa di dieci nuovi Paesi, la cui agricoltura, meno
evoluta, può tuttavia contare su manodopera a basso costo. Rovato, che
fino dall’antichità è stato crocevia di mandrie, diventa all’inizio
del terzo millennio un osservatorio privilegiato per capire il futuro
dell’agricoltura italiana di cui Brescia è sicuramente la capitale: la
storia di LOMBARDIACARNE, che un secolo fa si chiamava la
"Fiera del bue grasso di Rovato", lo prova in modo
inequivocabile. La fiera del bestiame di Rovato si può far risalire nella
forma attuale all’alto medioevo, ma con ogni probabilità si è trattato
di istituzionalizzare uno scambio che era tipico dei secoli precedenti. La
posizione di Rovato, al confine tra la pianura e la Valle Camonica, con
una collina dolce come il Monte Orfano a protezione, ne faceva il sito
ideale per un mercato legato alla transumanza, tanto per gli ovini che per
i bovini che tornavano o partivano per gli alpeggi della Valle Camonica.
Gli antichi itinerari che portano alle valli e alle province romane si
incrociavano a Rovato: alcune decine di anni, al confine con Erbusco,
nell’area che negli ultimi anni è stato utilizzata come parcheggio
provvisorio del centro commerciale Le Porte Franche, sul lato della
provinciale 12 verso il lago, sono emersi resti di costruzioni in pietra
di epoca romana. Il rapporto tra Rovato ed il mercato che l’ha resa una
capitale dell’allevamento, è stato trattato a fondo da Tarcisio Bertoni:
il suo libro ne ha ripercorso la storia lavorando su materiale di
archivio, per affermare che Rovato sarebbe stato sede di un fiorente
mercato di bestiame fin dalla più remota antichità. Bertoni cita
racconti secondo i quali i Longobardi si sarebbero installati nella zona
romana di S. Michele, sul culmine del Monte Orfano, anche se è difficile
trovarne le prove mentre è certa l’esistenza di fiere mercato di ovini
e caprini sul Monte Orfano. L’arrivo dei Frati Servi di Maria che
costruirono lo splendido convento che dal monte domina la pianura
permettendo di vedere, nelle giornate terse, il profilo degli Appennini ne
favorì sicuramente lo sviluppo. Tutti i conventi, centri di preghiera,
riflessione e cultura, sono sempre stati punti di riferimento per
l’innovazione: in omaggio all’“ora et labora” di san Benedetto,
cui tutte le regole monastiche fanno riferimento, l’autonomia imponeva
una produzione agricola con lavori che lasciassero spazio alla preghiera.
Con i frati arrivarono anche i Veneziani che ai mercati erano assai
attenti e non è difficile pensare che i primi scambi siano stati portati
nella cinta delle mura, attorno alla grande chiesa dell’Assunta, in
quella parte di Rovato che i suoi abitanti chiamano Castello, per
ricavarne, anche allora, entrate fiscali in cambio di protezione e
sicurezza. La repubblica di Venezia vi stabilì la sua autorità
garantendo una lunga fase di sviluppo come conferma, nel 1440, il
conferimento di privilegi, tra cui “che ogni luni (lunedì) se possa far
mercato in la terra de Rovado inimune et exempte da ogni gabella et
graveza per qualunque robe et merce se portara et reporterà sopra le
spalle de homini ovver de donne" scatenarono nel 1517 il conflitto
con Chiari il cui mercato, si teneva il giovedì, non godeva esenzioni di
sorta. Fatte le debite proporzioni, era un caso non molto diverso nella
sostanza a quello del decreto salva calcio bocciato dall’unione europea.
Il disputa finì in un tribunale della Serenissima e continuò a lungo,
per decenni (la giustizia civile aveva già allora tempi record da
lumaca). Il resoconto di quel processo è raccontato con ampie citazioni
dal Bertoni ed è una sicura documentazione dell’importanza del mercato
di Rovato oltre che di un vizio endemico della giustizia civile italiana.
La vicenda "rimessa a savi dell'una et haltra mano" era ancora
in corso dopo 120 anni quando il 9 maggio 1637 fu chiesto ai Rettori di
Brescia, "bene informati", di rispondere. La risposta di merito
non arrivò mai, arrivò in cambio “l'obbligo al Comune di corrispondere
annualmente alla Cassa pubblica lire 810.” i privilegi rimasero, a
dispetto dei Clarense, e a trarne beneficio furono la casse della
repubblica veneta. L’arrivo dei Francesi prima e degli austriaci poi non
fermarono un’attività legata alla terra che per chi governava
rappresentava una fonte sicura di entrate fiscali. Gli Austriaci che
arrivarono con la fine di Napoleone, proseguirono la stesa linea: Rovato
ebbe la possibilità di espandere ulteriormente il suo mercato.
Giancarlo Chiari