ARTICOLI DA BRESCIAOGGI
19 MARZO 2004

ROVATO. A LOMBARDIA CARNE due giorni scanditi da cultura, convegni e concorsi per i migliori capi
Zootecnia, qualità in vetrina
Mantelli: «La fettina bresciana è doc come il vino di Franciacorta»

di Giancarlo Chiari

Un appuntamento che affonda le radici nel passato ma che guarda dritto al futuro per consolidare il ruolo leader della zootecnica bresciana. La 115ª edizione di LOMBARDIA CARNE, la maggiore rassegna zootecnica del nord Italia, che aprirà i battenti il 27 marzo nel foro Boario di Rovato, arriva in un momento cruciale per il comparto. Da pochi giorni è entrata in vigore la legge che impone l'etichetta sulle carni, idea che a Rovato trovò applicazione più di un quarto di secolo fa.
A presentare la manifestazione che trasforma Rovato nella capitale della zootecnica da CARNE, il sindaco Andrea Cottinelli, l'assessore al commercio Eligio Costanzi, gli assessori provinciali Enzo Cossu e Gianpaolo Mantelli, Mario Bertola, responsabile del distretto veterinario di zona, Carlo Invernizzi, direttore del settore agricoltura direttore del consorzio Carni bovine scelte e Lorenzo Gussago, direttore del consorzio carni bovine scelte della Coldiretti.
Quest’anno LOMBARDIA CARNE, allarga la prospettiva portando in fiera con gli allevatori quanti operano sulla filiera, dai macellai ai cuochi, senza trascurare la cultura che prende sempre più spesso in considerazione la cucina e la sua tradizione. Tante le novità annunciate: il ritorno in fiera di polli e conigli, la preparazione del salame dal vivo da parte dei primi norcini diplomati, lo sviluppo di spazi per formaggi e vini, degustazioni di salumi, stand enogastronomici, degustazioni di manzo all'olio accompagnate da proposte culturali sul tema come la ricerca «Uomini, tempi e luoghi: il mercato di Rovato» curata dall'istituto superiore rovatese «Gigli», l'estemporanea di pittura sul mercato di Rovato (primo premio mille euro) e «Non solo romanzi» esposizione della biblioteca Cesare Cantù che presenta materiale librario e bibliografia sul tema.
Il dibattito del sabato sera sulla Pac consentirà di fare il punto sulla legislazione europea decisiva per lo sviluppo del settore nel momento in cui si allargano i confini. Il confronto per aggiudicarsi il trofeo di LOMBARDIA come di consueto si concentrerà nella giornata di domenica. Importante non solo per lo spettacolo - quest'anno tra ovini equini e bovini ci sono già oltre 1.100 capi iscritti quando tutti i capi - il confronto proporrà agli operatori un panorama zootecnico tra i più completi mettendo a confronto le razze che trovano maggior impiego per la produzione di carni rosse.
In questa chiave acquista particolare importanza il discorso sull'etichettatura. La carta d’identità che certifica il percorso della fettina dal produttore al banco di vendita, che ha giocato un ruolo fondamentale nel recupero di quote mercato seguito alla crisi Bse, è stata l'occasione per analizzare l’impegno della filiera bresciana sul piano della certificazione di qualità. Il punto è stato oggetto di un interessante approfondimento dialettico fra Gianpaolo Mantelli, assessore provinciale all'agricoltura, e Lorenzo Gussago, direttore del consorzio Carni bovine scelte che ha messo in luce il ruolo di leader nazionale della nostra provincia.
Mentre altrove l'etichettatura delle carni è la conseguenza di una disposizione legislativa, nella nostra provincia Adicarni, ha già messo sul mercato fettine alle indicazioni, prescritte dalla legge, che permettono di ricostruirne il percorso, da lla nascita del vitello al taglio e distribuzione della CARNE, affiancano il marchio dell'allevamento, «Come avviene per i vini di Franciacorta - ha rimarcato Mantelli -, prodotti tutti con lo stesso disciplinare ma con etichette che individuano la cantina e che permettono al consumatore una scelta precisa. Il marchio sulla CARNE risponde all'esigenza degli allevatori di gestire la fase commerciale e consente ai consumatori una scelta di qualità, proprio come avviene con i vini».
La manifestazione avrà come prologo il gustoso concorso sul salame più buono, poi domenica 28 la giornata di punta con l’elezione del migliori capi della rassegna.

25 MARZO 2004

Qualità e sicurezza dei prodotti fanno da sfondo all’edizione numero 115
LOMBARDIA CARNE al via
Dal 27 al 29 marzo al centro fiera di Rovato

Come vuole la tradizione, due domeniche prima di Pasqua si tiene a Rovato la ultracentenaria fiera del Bue grasso, diventata da un decennio "LOMBARDIA CARNE", la più importante rassegna nazionale del bovino da CARNE, in programma dal 27 al 29 marzo. All’inaugurazione ufficiale, fissata per domenica alle 9.30, interverranno il sindaco di Rovato Andrea Cottinelli, l’assessore alle Attività Produttive Eligio Costanzi, l’assessore provinciale all’Agricoltura Gianpaolo Mantelli, l’assessore regionale Mario Scotti, il vice presidente della Regione LOMBARDIA Viviana Beccalossi. Ma la fiera numero 115 parte sabato, con una serie di eventi che è riduttivo definire di contorno. Da oltre un secolo, uno degli avvenimenti più attesi a Rovato, un appuntamento con la qualità e la sicurezza della CARNE bovina che ha saputo resistere alla crisi del settore zootecnico degli scorsi anni. "LOMBARDIA CARNE", che si è continuamente rinnovata puntando su alti livelli di qualità nel settore alimentare, riserva il sabato al salame, un prodotto in cui è essenziale la qualità delle carni, che nel pomeriggio ritorna con la nona edizione del concorso denominato "El salam piö bu de la Franciacorta", affidato ad una giuria di esperti, i norcini, freschi di diploma del corso presso il distretto veterinario e il macello comunale di Rovato, con gli insegnati di questo primo corso che ha riscosso un incredibile successo. "LOMBARDIA CARNE" parte al mattino con la tradizionale mostra Mercato di macchine e attrezzature agricole che saranno accompagnate dagli espositori di specialità agroalimetari e di produttori di mangimi e oggetti legati all’allevamento. La gara del salame inizia alle 14. Si comincia con la consegna dei salami partecipanti alla gara fino alle 15, poi dalle 16 alle 18 la commissione giudicatrice, composta da insegnanti e allievi del corso di norcini, valuterà e premierà "El salam piö bù", che sarà festeggiato con un taglio e un assaggio accompagnato da vini di Franciacorta.
La sala conferenze del Foro Boario propone una serata, alle 20.30, con un convegno importante su "La nuova politica agricola (Pac) e la sua applicazione", organizzato dalla Federazione Provinciale Coltivatori Diretti di Brescia, cui interverranno come relatori Mauro Belloli, responsabile del dipartimento economico della Coldiretti, Irnerio Guerini, responsabile tecnico della C.a.a Coldiretti, il dottor Stefano Neè, responsabile seminativi della C.a.a Coldiretti e Lorenzo Gussago, direttore del Consorzio Carni Bovine Scelte. Al convegno seguirà il tradizionale rinfresco a base di porchetta e vini rovatesi. Domenica sarà il momento top della manifestazione, con le giurie chiamate a giudicare oltre mille capi bovini per scegliere il campione di "LOMBARDIA CARNE".
L’edizione 2004, seconda dell’Amministrazione Cottinelli, ha richiesto uno sforzo organizzativo non indifferente: «Abbiamo dovuto adeguare - spiega Costanzi, assessore alle Attività Produttive - lo spazio espositivo alle nuove norme regionali che hanno reso obbligatori un servizio di pronto soccorso, uno sportello bancario e un’agenzia viaggi. Tutte le strutture sono state adeguate alla legge 626 in materia di sicurezza, dotando le zone di passaggio del pubblico tra i recinti di animali di ulteriori transenne e in ossequio alla stessa legge ci saranno espositori di animali e prodotti connessi, che giungono da fuori Italia o da da almeno sei regioni italiane. Abbiamo ampliato la tensostruttura allungandola di 20 metri per accogliere essa gli stand dei produttori di prodotti agro - alimentari che faranno degustare ai visitatori le loro specialità mantenendo un monte premi per gli allevatori di quasi 12 mila euro». Testi a cura di Giancarlo Chiari

25 MARZO 2004

Anche quest’anno allestirà uno stand con libri specifici
Biblioteca, presenza fissa
Un contributo importante alla manifestazione

La Biblioteca Cesare Cantù di Rovato sarà presente anche quest’anno a "LOMBARDIA CARNE", portando un contributo importante anche se meno vistoso degli animali in esposizione. In fiera la Biblioteca presenta "Non solo Ro...Manzi", un’esposizione di testi, bibliografie e quanto serve per un approfondimento scientifico, critico e storico della zootecnia che in un mercato globalizzato e in continuo rinnovamento sono condizioni indispensabili di sviluppo. Se un tempo le tecniche di allevamento si tramandavano da padre in figlio, senza sostanziali cambiamenti per decenni, ora i cambiamenti, in particolare quelli che regolano il trattamento, il trasporto e il commercio delle carni, sono la condizione normale di operatività. L’inserimento dell’agricoltura italiana nel quadro europeo pone come condizione di sopravvivenza la conoscenza di tecniche e di leggi e il libro diventa necessario quanto, e a volte più, della stessa esperienza. Conoscere in modo serio la legislazione evita problemi come le quote latte che si trascinano anni e rischiano di mandare in crisi chi ignorando le regole pensa in questo modo di poterle evadere.
La biblioteca rovatese, muovendosi con grande attenzione ai suoi possibili utenti ha scelto la strada di portare in fiera i libri, proponendoli ad un mondo che fino a pochi anni fa li evitava affidando solo ai veterinari il compito di documentarsi. Lo sforzo della biblioteca che lo scorso anno ha distribuito una bibliografia approfondita è importante anche perché sviluppa una relazione significativa con l’economia del suo territorio. Le statistiche di questo servizio illustrate sull’ultimo numero del Leone, il foglio dell’amministrazione comunale di Rovato, presentano un incremento continuo e costante dei prestiti librari che fanno della biblioteca comunale un esempio per tutto il circuito bibliotecario bresciano. La biblioteca intitolata ad uno dei più importante storici italiani, Cesare Cantù, è riuscita in questi anni a trasformarsi da luogo di conservazione dei libri in un laboratorio che promuove la lettura e l’innovazione. Le cifre totali dei prestiti a domicilio 2003 ne sono la prova: nel corso dei dodici mesi i prestiti sono stati 18.073, con una media mensile di 1.500 volumi, che sommandosi ai prestiti interbibliotecari hanno raggiunto un totale complessivo di 19.323 prestiti. I lettori si orientano in prevalenza sulla narrativa, 79% per i ragazzi e 41% per gli adulti, ma la saggistica sta guadagnando terreno con 1019 prestiti di storia dell’arte, 908 di testi storici e 688 di scienze sociali. Sono queste ultime cifre forse le più importanti, essendo di solito le categorie meno richieste dagli utenti delle biblioteche. Professionisti, tecnici di settore in genere, ricercatori, studiosi preferiscono acquistare questo genere di libri, anche se di costo elevato, perché pensano di non trovarli nelle biblioteche, e, la mancata richiesta di questi prestiti non aiuta certo ad inserirli nel paniere degli acquisti. La biblioteca rovatese fa registrare anche aumento costante di consultazioni in sede, 4.101 nel 2003, e un sensibile aumento di frequentatori, 14.461, attratti da una grande varietà di quotidiani e riviste consultabili ogni giorno. Altro dato curioso, ma non troppo, anche se di grande interesse è il sorpasso delle lettrici nei confronti dei lettori, la Cesare Cantù assegna a loro il primato: tra i frequentatori della biblioteca il 62 percento appartiene al gentil sesso, e lo stesso avviene con i prestiti chiesti in maggioranza da donne.

25 MARZO 2004

Più di cento pagine dedicate alle ricchezze del territorio, culinarie e non solo
«Non solo Ro...Manzi»
La bibliografia tematica alla seconda edizione

La biblioteca Cesare Cantù di Rovato rinnova il suo contributo alla 115esima edizione di "LOMBARDIA CARNE", manifestazione tradizionale profondamente legata alla storia e all’economia della città presentando la seconda edizione di una bibliografia tematica "Non solo Ro… Manzi" unica nel suo genere nella nostra provincia.
Lo staff delle biblioteca ha raccolto nella bibliografia, che sarà disponibile presso lo stand in fiera a partire da sabato, tutti i titoli presenti nel catalogo delle Province di Brescia, Cremona e Crema, e individuati con una ricerca paziente e attenta nel catalogo in linea (Opac) del sistema bibliotecario della provincia di Brescia. La bibliografia, aggiornata all’inizio del 2004, propone più di 100 titoli suddivisi per aree tematiche con le indicazioni fondamentali per consentire al lettore di farsi una prima idea del libro, valutando se il contenuto possa o meno interessarlo.
La prima area non poteva che essere legata alla zootecnica, con una selezione di libri in chiave spiccatamente tecnica su allevamento, razze animali, scienze agricole. Il secondo settore si occupa di valorizzare le carni rosse attraverso una selezione di titoli sulla cucina con un’attenzione particolare alla tradizione bresciana e le ricette con cui prepararle.
La terza categoria offre un quadro significativo delle pubblicazioni su Rovato e sulla Franciacorta, nota da secoli per il vino e le sue bellezze. La bibliografia si sofferma sulle sue tradizioni e sui numerosi siti di interesse storico e artistico. Tra i libri inseriti "Rovato e il suo mercato: una lunga storia di tradizioni e di specializzazione", opera di Tarcisio Bertoni, Gianluigi Goi e Ottorino Milesi, che percorre la storia della manifestazione.
La quarta categoria, "Il mercato per i bambini", propone una raccolta di libri in cui la fiera è vista con gli occhi dei più piccoli. Ogni area monografica fornisce le indicazioni indispensabili per la consultazione di opere, spesso introvabili, rendendo un notevole servizio a ricercatori e tecnici del settore: gli indici realizzati secondo le regole standard della catalogazione, suddivisi per argomento, riportano i titoli in ordine alfabetico, e sono accompagnata dalla segnalazione, fondamentale della reperibilità presso la biblioteca o il sistema bibliotecario. Non tutti i libri in elenco, infatti sono tutti disponibili presso la biblioteca di Rovato, alcuni, per molti motivi, (ad esempio la scarsa tiratura al momento delle stampa), sono disponibili in altre biblioteche ma tuttavia possono essere presi a prestito dagli utenti con il servizio di prestito interbibliotecario.
La bibliografia si potrà avere presso la stand allestito all’interno della fiera dalla biblioteca Cesare Cantù il cui personale allestirà, nei tre giorni di "LOMBARDIA CARNE", spazi per esporre una ventina dei volumi citati.
Giancarlo Chiar
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25 MARZO 2004

Il salame regna sovrano

Tra le molte novità dell’edizione 115 di "LOMBARDIA CARNE", un posto speciale avrà il salame, presente da alcuni anni alla manifestazione con il concorso "El salam piö bu de la Franciacürta", come prodotto tradizionale tipico locale. La fiera farà del salame la stella del sabato affiancando al concorso e un’esibizione sulla preparazione del famoso salame di Monte Isola, prodotto tipico del lago che ha conquistato il palato dei buongustai diventando uno dei prodotti di punta del Salumificio di Franciacorta. La preparazione del salame sarà affidata ai primi norcini diplomati delle nostra provincia, che sono gli attori di uno spettacolo condotto nel pieno rispetto delle regole sanitarie a tutela della tradizione e della salute alimentare. Il concorso, che inizia alle 15, termine ultimo per la consegna del salame, si concluderà alle 18 quando la giuria composta dai norcini e dagli insegna insegnati che hanno insegnato nel primo corso proclamerà i vincitori. La fiera diventerà in questo modo un palcoscenico ideale per i norcini usciti dal primo e finora unico corso realizzato in collaborazione da Asl, assessorato all’Agricoltura della Provincia di Brescia, distretto veterinario e Comune di Rovato. In occasione della consegna dei diplomi due settimane fa, il direttore generale dell’Asl di Brescia Carmelo Scarcella ha sottolineato l’importanza «di tecniche e procedure per la lavorazione del prodotto, sia sul piano della sanità degli alimenti, per cui questa iniziativa è stata partorita dall’Asl, in accordo con la regione LOMBARDIA, che su quello delle difesa di un prodotto tipico che ha permesso di raccogliere il consenso di tutti gli altri soggetti pubblici, provincia, comunità montana, amministrazione comunale di Rovato che lo hanno messo in cantiere e finanziato», aggiungendo che un corso di questo genere, condotto sotto il diretto controllo dei veterinari del distretto e con i maggiori esperti del settore, è la miglior garanzia non solo per la continuazione di una tradizione ma anche per la salute di chi gusta questo prodotto. In occasione della presentazione di "LOMBARDIA CARNE" l’Amministrazione di Rovato, e l’assessore all’Agricoltura della Brescia hanno assicurato che il corso sarà ripetuto a settembre con lo stesso staff. Che sia stato un corso di grande richiamo lo prova il fatto che al distretto veterinario di Rovato sono già arrivate un gran numero di richieste, più del doppio del primo corso. Rovato, già capitale delle carni rosse si avvia a diventare la capitale del salame ospitando nell’unico macello comunale funzionante dell’ovest bresciano quella che in qualche modo può considerarsi la facoltà bresciana del salame e della lavorazione della CARNE suina. Comprensibile perciò l’orgoglio dell’assessore rovatese Eligio Costanze e del sindaco Andrea Cottinelli, che grazie ai norcini hanno potuto dare una nuova occasione di crescita a "LOMBARDIA CARNE", che quest’anno dovrebbe mettersi definitivamente alle spalle le crisi provocate da Bse, Afta e aviaria.

27 MARZO 2004

In apertura (dalle 10) la Mostra mercato di macchine e attrezzature agricole
Rovato, capitale zootecnica
Al via la 115ª edizione di «LOMBARDIA CARNE»

Oggi apre i battenti LOMBARDIA CARNE, due settimane prima Pasqua come vuole la tradizione maturata nel corso degli ultimi cinquant’anni, quando la fiera Rovato, cambiato il nome, ha retto alla crisi che ha travolto la maggior parte delle esposizioni di questo genere accentuando la sua specializzazione fino a diventare la più importante rassegna di settore della provincia di Brescia, leader nazionale della zootecnia.
L’edizione 115 presenta importanti miglioramenti della struttura espositiva del Foro Boario. Sicuramente il più vistoso è il nuovo ristorante posto all’area dell’area espositiva che offre un centinaio di posti al coperto e alcune decine all’aperto. Riaperto dopo un restauro durato oltre due anni, che lo ha completamente rinnovato, il ristorante offre, come è ovvio, specialità a base di carni e della cucina tradizionale, dalle grigliate e manzo all’olio. Accanto ci sarà la tensostruttura, prolungata di venti metri rispetto allo scorso anno per accogliere tutte le richieste di espositori di prodotti agricoli tipici, e gli stand dei due consorzi bresciani che per primi hanno lanciato la CARNE doc bresciana sviluppando una concorrenza che ha permesso agli allevatori bresciani di essere all’avanguardia per la garanzia della qualità delle carni. L’Amministrazione ha adeguato la fiera alle normative regionali, dotandola per la sua durata di un posto di pronto soccorso, di uno sportello bancario, e di un’agenzia viaggi. Oggi non ci saranno i bovini, che arrivano domani, ma i motivi per una visita non mancano.
LOMBARDIA CARNE apre alle 10 con la tradizionale Mostra Mercato di macchine e attrezzature agricole che consentono agli operatori del settore zootecnico di conoscere le ultime novità di un’agricoltura che richiede sempre più innovazione per svilupparsi. Accanto ci saranno gli stand dei produttori di mangimi e oggetti legati all’attività della campagna, dal rastrello alla sella, mentre nella tensostruttura apriranno gli stand agroalimetari. Il pomeriggio offrirà lo spettacolo della preparazione dal vivo del salame, messa in scena dai primi norcini diplomati nel corso, il primo del genere in LOMBARDIA, tenuto dal distretto veterinario presso il macello comunale di Rovato. La nona edizione de "El salam piö bu de la Franciacörta" affiderà per la prima volta il verdetto ad una giuria di specialisti formata dai nuovi norcini e dai loro insegnanti. Gli assaggi dureranno un paio d’ore, dalle 16 alle 18, quando sarà proclamato il vincitore festeggiato da un assaggio accompagnato da vini di Franciacorta. In serata la sala conferenze del Foro Boario propone alle 20.30 un convegno importante: "La nuova politica agricola (Pac) e la sua applicazione", organizzato dalla Federazione Provinciale Coltivatori Diretti di Brescia, con relatori Mauro Belloli, responsabile del dipartimento economico della Coldiretti, Irnerio Guerini, responsabile tecnico della C.A.A. Coldiretti, Stefano Neè, responsabile seminativi della C.A.A. Coldiretti e Lorenzo Gussago, direttore del Consorzio Carni Bovine Scelte, a cui seguirà un rinfresco a base di prodotti tipici del territorio.
Domani i bovini arriveranno alle 5 del mattino. L’inaugurazione con il sindaco di Rovato Andrea Cottinelli, l’assessore alle Attività Produttive Eligio Costanzi, l’assessore provinciale all’Agricoltura GianPaolo Mantelli, l’assessore provinciale Mario Scotti, il vice presidente della Regione LOMBARDIA Viviana Beccalossi, è fissata alla 9.30.
Testi a cura di Giancarlo Chiari

 
27 MARZO 2004

Dopo la parentesi bellica la rassegna riprende il suo corso consolidando le posizioni
Quando si cercò di emulare Brescia
Nel 1913, con un’esposizione senza precedenti, la fiera guadagna terreno

L’arrivo della ferrovia e l’unità d’Italia portarono altro sviluppo a LOMBARDIA CARNE. Il Regno d’Italia fissò le prime caratteristiche della fiera con disposizioni amministrative precise e da allora si iniziarono a contare le edizioni. Nel 1868 si tiene la "Fiera di bestiame, formaggio e merci di qualsiasi altro genere", che si può considerare antenata di LOMBARDIA CARNE che era stata deliberata il 15 aprile del 1868 dal consiglio comunale con il nome Fiera di Rovato. Spostata ad ottobre nel 1878, raddoppiò le edizioni nel 1903, con una prima fiera a marzo e una seconda a settembre. Nel settembre 1904 la grande partecipazione di allevatori e il numero dei capi di bovini fecero di Rovato il centro della zootecnia nazionale, con articoli, citazioni e visitatori. La manifestazione era tanto radicata che nessuno pensò di contarne le edizioni, tanto più che sull’onda del successo Rovato nel 1913 emulò Brescia con una grande esposizione agricola industriale. Solo la guerra interruppe la fiera, che riprese subito dopo e finalmente nel 1954 si decise, senza troppe ricerche di archivio, di assegnare un numero ad ogni edizione. La manifestazione si assestò e cambiò nome ma soprattutto rispecchiò situazioni e fasi importanti dello sviluppo dell’allevamento riflettendone le crisi e le tensioni sociali legate all’ingresso in Europa che imponeva nuove sfide e regole. Nel 1974, un anno dopo aver assunto il nome di LOMBARDIA CARNE, la protesta degli agricoltori contro la politica agricola europea diede vita a gravi incidenti, con scontri con le forze dell’ordine e arresti di manifestanti. Superata quella bufera. LOMBARDIA CARNE ritornò ad essere un appuntamento fondamentale e Rovato aprì la stagione delle carni di qualità che hanno portato all’etichetta europea delle carni: nel 1988 a Rovato nasce il Consorzio allevatori della Franciacorta, che si prefiggeva di difendere, tutelare, migliorare la produzione e la commercializzazione del bovino. LOMBARDIA proseguì, interrompendosi solo ai primi anni 90 per riprendere con maggior slancio e scontrarsi con le ultime crisi, quote latte, Bse, Afta che hanno segnato profondamente la zootecnia nazionale provocando una contrazione dei consumi che solo ora è stata superata.

SABATO 27 MARZO

Il paese sarebbe stato sede di un fiorente mercato di bestiame fin dall’antichità
In origine fu «Bue grasso»
Viaggio nei retroscena storici della manifestazione

Un migliaio di bovini che domani, alle 5 del mattino, arriveranno da sei Regioni - anche se la più rappresentata sarà la provincia di Brescia, che detiene da anni il primato nell’allevamento di bovini - si contenderanno i 12 mila euro di premi in palio di LOMBARDIA CARNE, offrendo una visuale importante sulla situazione di mercato alla vigilia dell’ingresso in Europa di dieci nuovi Paesi, la cui agricoltura, meno evoluta, può tuttavia contare su manodopera a basso costo. Rovato, che fino dall’antichità è stato crocevia di mandrie, diventa all’inizio del terzo millennio un osservatorio privilegiato per capire il futuro dell’agricoltura italiana di cui Brescia è sicuramente la capitale: la storia di LOMBARDIA CARNE, che un secolo fa si chiamava la "Fiera del bue grasso di Rovato", lo prova in modo inequivocabile. La fiera del bestiame di Rovato si può far risalire nella forma attuale all’alto medioevo, ma con ogni probabilità si è trattato di istituzionalizzare uno scambio che era tipico dei secoli precedenti. La posizione di Rovato, al confine tra la pianura e la Valle Camonica, con una collina dolce come il Monte Orfano a protezione, ne faceva il sito ideale per un mercato legato alla transumanza, tanto per gli ovini che per i bovini che tornavano o partivano per gli alpeggi della Valle Camonica. Gli antichi itinerari che portano alle valli e alle province romane si incrociavano a Rovato: alcune decine di anni, al confine con Erbusco, nell’area che negli ultimi anni è stato utilizzata come parcheggio provvisorio del centro commerciale Le Porte Franche, sul lato della provinciale 12 verso il lago, sono emersi resti di costruzioni in pietra di epoca romana. Il rapporto tra Rovato ed il mercato che l’ha resa una capitale dell’allevamento, è stato trattato a fondo da Tarcisio Bertoni: il suo libro ne ha ripercorso la storia lavorando su materiale di archivio, per affermare che Rovato sarebbe stato sede di un fiorente mercato di bestiame fin dalla più remota antichità. Bertoni cita racconti secondo i quali i Longobardi si sarebbero installati nella zona romana di S. Michele, sul culmine del Monte Orfano, anche se è difficile trovarne le prove mentre è certa l’esistenza di fiere mercato di ovini e caprini sul Monte Orfano. L’arrivo dei Frati Servi di Maria che costruirono lo splendido convento che dal monte domina la pianura permettendo di vedere, nelle giornate terse, il profilo degli Appennini ne favorì sicuramente lo sviluppo. Tutti i conventi, centri di preghiera, riflessione e cultura, sono sempre stati punti di riferimento per l’innovazione: in omaggio all’“ora et labora” di san Benedetto, cui tutte le regole monastiche fanno riferimento, l’autonomia imponeva una produzione agricola con lavori che lasciassero spazio alla preghiera. Con i frati arrivarono anche i Veneziani che ai mercati erano assai attenti e non è difficile pensare che i primi scambi siano stati portati nella cinta delle mura, attorno alla grande chiesa dell’Assunta, in quella parte di Rovato che i suoi abitanti chiamano Castello, per ricavarne, anche allora, entrate fiscali in cambio di protezione e sicurezza. La repubblica di Venezia vi stabilì la sua autorità garantendo una lunga fase di sviluppo come conferma, nel 1440, il conferimento di privilegi, tra cui “che ogni luni (lunedì) se possa far mercato in la terra de Rovado inimune et exempte da ogni gabella et graveza per qualunque robe et merce se portara et reporterà sopra le spalle de homini ovver de donne" scatenarono nel 1517 il conflitto con Chiari il cui mercato, si teneva il giovedì, non godeva esenzioni di sorta. Fatte le debite proporzioni, era un caso non molto diverso nella sostanza a quello del decreto salva calcio bocciato dall’unione europea. Il disputa finì in un tribunale della Serenissima e continuò a lungo, per decenni (la giustizia civile aveva già allora tempi record da lumaca). Il resoconto di quel processo è raccontato con ampie citazioni dal Bertoni ed è una sicura documentazione dell’importanza del mercato di Rovato oltre che di un vizio endemico della giustizia civile italiana. La vicenda "rimessa a savi dell'una et haltra mano" era ancora in corso dopo 120 anni quando il 9 maggio 1637 fu chiesto ai Rettori di Brescia, "bene informati", di rispondere. La risposta di merito non arrivò mai, arrivò in cambio “l'obbligo al Comune di corrispondere annualmente alla Cassa pubblica lire 810.” i privilegi rimasero, a dispetto dei Clarense, e a trarne beneficio furono la casse della repubblica veneta. L’arrivo dei Francesi prima e degli austriaci poi non fermarono un’attività legata alla terra che per chi governava rappresentava una fonte sicura di entrate fiscali. Gli Austriaci che arrivarono con la fine di Napoleone, proseguirono la stesa linea: Rovato ebbe la possibilità di espandere ulteriormente il suo mercato.
Giancarlo Chiari